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Tanzania

Nel 1964, poco dopo l’indipendenza, gli stati Tanganyika e Zanzibar si unirono a formare un’unica nazione, la Tanzania. Il sistema elettorale a partito unico ebbe fine nel 1995, con le prime elezioni democratiche tenutesi nel paese dagli anni settanta. Lo status semi-autonomo di Zanzibar e l’opposizione popolare hanno portato a due tornate elettorali dal 1995, entrambe vinte del partito dominante nonostante le contestazioni degli osservatori internazionali per le irregolarità di voto. Il paese, con una superficie di 945,087 kmq, si trova nell’Africa Orientale e confina con l’Oceano Indiano, il Kenya, il Mozambico, il Burundi, la Repubblica Democratica del Congo, il Malawi, il Ruanda, l’Uganda e il Zambia. Il clima varia dal tropicale lungo la costa al temperato nelle isole.
Le principali risorse naturali sono lcentrali elettriche, alluminio,fosfato, ferro, carbone, diamanti, pietre preziose, oro, petrolio e nichel.
La popolazione è di circa 36,766,356 abitanti; nella stima bisogna tener conto degli effetti dell’eccesso di mortalità dovuto all’AIDS: questo fattore è causa di una più bassa aspettativa di vita, una più alta mortalità infantile ed un più alto tasso di mortalità in generale, un più basso tasso di crescita della popolazione e distorsioni nella distribuzione della popolazione per età e sesso. Il tasso di natalità è di 38.16 nati/1,000 abitanti, quello di mortalità è di 16.71 morti/1,000 abitanti. L’aspettativa di vita alla nascita è di 45.24 anni (maschi: 44.56 anni, femmine: 45.94 anni).

I gruppi etnici che popolano il territorio sono: per l’entroterra, Africani 99% (di cui 95% sono Bantu appartenenti a più di 130 tribù), altri 1% (Asiatici, Europei e Arabi); per Zanzibar, Arabi, Africani, misti Arabi e Africani.
La religione è nell’entroterra cristiana per il 30%, musulmana per il 35% e legata a credenze indigene per il 35%; a Zanzibar più del 99% della popolazione è musulmana.
La lingua ufficiale è il swahili; l’inglese è utilizzato negli affari e negli studi di grado più elevato, mentre l’arabo è molto parlato a Zanzibar; esistono inoltre molti dialetti locali. Il swahili (kiswahili) è la lingua moderna della popolazione bantu che viveva a Zanzibar e lungo la costa della Tanzania; sebbene il swahili è simile al Bantu, il suo vocabolario attinge da varie fonti, incluso l’arabo e l’inglese.
Il tasso di alfabetizzazione è del 78.2% (maschi: 85.9%, femmine 70.7% – stima del 2003).
La Tanzania è una Repubblica , con capitale Dar es Salaam, ma gli uffici legislativi sono stati trasferiti a Dodoma, che è considerata la nuova capitale nazionale.
La Tanzania è uno dei paesi più poveri del mondo. L’economia è strettamente legata all’agricoltura, che costituisce circa la metà del PIL, fornisce l’85% di prodotti per l’esportazione ed impiega l’80% della forza lavoro. Le condizioni topografiche e climatiche, però, limitano il terreno coltivabile al 4% del la superficie totale. L’industria lavora prevalentemente i prodotti agricoli. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale ed altri donatori bilaterali hanno inviato fondi per la riabilitazione delle infrastrutture arretrate del paese e per alleviare il peso della povertà. La crescita tra il 1991 e il 2002 hanno registrato un aumento nella produzione industriale ed un sostanziale incremento nell’estrazione di minerali, in particolare modo di oro. La recente riforma del sistema bancario ha aiutato la crescita del settore privato e degli investimenti. La continua presenza di donatori e la solida politica economica hanno sostenuto la crescita del PIL del 6% nel 2004.
La popolazione è impiegata per l’80% nell’agricoltura (caffè, tè, cotone, anacardi, noci di cocco, tabacco, chiodi di garofano, grano, miglio, cassava, banane, frutta, verdure; mucche, pecore e capre) e per il 20% nell’industria (lavorazione dei prodotti agricoli -zucchero, birra, sigarette-, miniere di diamanti, oro e ferro, cenere da carbonato di soda, petrolio raffinato, scarpe, cemento, prodotti di legno, fertilizzante, sale) e nei servizi.
La popolazione sotto il livello di povertà è il 36%.

(Dati: CIA Factbook, 20 settembre 2005)

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