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I giovani in Africa…….

I giovani in Africa…….

Emeka si riscaldava vicino ad un fuoco su una piccola strada nella periferia di Soweto circondato da gente come lui, emigrante nigeriano. In Sudafrica ci sono tantissimi emigranti provenienti da tutti i paesi del Africa: profughi politici dalla Somalia, dallo Zimbabwe, Eritrea ecc. ed emigranti che sono alla ricerca di una vita migliore. Emeka ed i suoi amici chiacchieravano, scherzavano e cantavano. La notte era buia e fosca e faceva freddo. All’ improvviso si sentirono urli. Un gruppo di giovani arrivò con dei bastoni e coltelli in mano. Forse qualcuno aveva in mano anche un fucile da caccia. Il gruppo armato attaccò subito le persone sedute intorno al fuoco. Emeka non si poteva muovere dalla paura. Lui venne ferito e riuscì a fuggire. Il giorno dopo lui sentì che un suo amico era stato ucciso dalla folla durante la notte.

La voce di  Emeka trema leggermente quando mi racconta questo evento come se lo stesse vivendo di nuovo. Emeka ha lavorato in Sudafrica e vive adesso a Dar Es Salaam.

Due anni fa, quando stavo in Tanzania, avevo letto di queste violente aggressioni di xenofobia in Sudafrica. Tutta l’Africa piangeva ed era incredula. Anche due cittadini della Tanzania avevano perso la vita. Gli intellettuali di molti paesi africani non potevano immaginarsi che gli africani potevano uccidere altri africani in un attacco di razzismo. Molti paesi dell’Africa Subsahariana, come anche la Tanzania, avevano aiutato il Sudafrica durante l’Apartheid e avevano ospitato i combattenti sudafricani. E molti africani che lottavano a fianco dei sudafricani avevano perso la vita. Ma questo evento dell’anno 2008 si distingue dai soliti conflitti africani, come i conflitti religiosi, etnici ed economici, nei quali c’è lotta tra i clan o tra gruppi etnici per la terra e le risorse naturali. In questo caso invece si tratta di un’aggressione violenta dei giovani disoccupati africani contro altri stranieri emigranti africani, una situazione che conosciamo anche qui in Europa.

Emeka mi mostra un articolo del giornale “The Citizen” del 03.09.10 che descrive il risultato di un rapporto commissionato dal British Council ad un gruppo di esperti nigeriani e ex-ministri della Nigeria. Secondo questo rapporto la Nigeria è il paese più popolato dell’Africa (150.000.000 di abitanti). Una popolazione in forte crescita. La Nigeria rischia di affrontare nei prossimi 20 anni conflitti sociali enormi se non creerà opportunità economiche per i suoi giovani. Il rapporto dice che la Nigeria potrebbe trovarsi di fronte a conflitti etnici, religiosi e a un sistema politico discreditato dovuto al fallimento di migliorare le condizioni di vita e che il paese avrà una abbondante offerta di giovani lavoratori nei prossimi 20 anni.

La stimata rivista “Africa Report” N.24 dell’anno 2010 fa un’analisi  interessante sui giovani in Africa: il 40% degli africani ha meno di 15 anni, il rispetto tradizionale per gli anziani sta scomparendo perché una generazione più giovane impaziente chiede un cambiamento politico ed uno standard di vita migliore;   3/5 dei disoccupati ha meno di 20 anni; molti giovani vivono in zone rurali con poco accesso all’educazione e poche possibilità di formazione professionale. Le voci dei giovani diventano sempre più potenti e aumentano il rischio di rivolte ed aggressioni. I movimenti giovanili sono sempre più arrabbiati. In molti paesi africani i partiti politici non possono più controllare le organizzazioni giovanili. In Sudafrica i giovani hanno organizzato proteste spontanee contro servizi sociali scarsi, contro la corruzione e contro il disinteresse della classe politicaverso i loro problemi.

Jorge Rebelo, il capo ideologico precedente del dipartimento politico di Fremlino (Mozambico) dice che i giovani non dovrebbero “aspettare il boss (capo), ma dovrebbero agire per sé stessi” e che “la generazione giovane  non dovrebbe lottare solo contro la povertà e la corruzione ma anche contro l’adulazione dei leader (capi)”. La Nigeria,il più grande produttore di petrolio dell’Africa, per esempio, dovrà creare 25.000.000 di posti di lavoro nei prossimi 10 anni per evitare rivolte sociali.

Emeka è molto critico verso i governi e verso la leadership politica della maggior parte dei paesi africani. Mi fa notare che i giovani che oggi hanno 15 anni, faranno sentire fra 5 o 10 anni la loro voce che sarà molto più forte e impossibile  da far tacere.

Susanne EM Bardeleben                                Dar Es Salaam  Agosto2011                 

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